#9 CIO – Intervista a Giuseppe Airò Farulla

Lo scorso venerdì abbiamo parlato di Startup intervistando Andrea Mascheroni, il Community Manager di Friendz. Oggi torniamo a parlare di startupper scoprendo la professione del CIO – Chief Information Officer. Per questo nono appuntamento della rubrica #LeVieDelWeb abbiamo il piacere di ospitare Giuseppe Airò Farulla, CIO e co-fondatore di Looqui, una start up veramente innovativa.

La professione del CIO

Il CIO è una figura manageriale che si occupa delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Si è resa indispensabile con l’avvento della net economy, ovvero dell’economia dominata dalle tecnologie informatiche e digitali. La sua funzione, importantissima, guarda all’evoluzione delle tecnologie informatiche come processi organizzativi per l’impresa. In poche parole le sue scelte in ambito tecnologico sono di vitale importanza per tutta l’organizzazione. Per questo infatti il CIO deve avere una forte preparazione tecnica, generalmente da ingegnere informatico, affiancata da indispensabili competenze di business, leadership, organizzazione e processi aziendali. Le sue scelte in materia tecnologica ed informatica sono fondamentali infatti per supportare tutti i processi operativi e produttivi dell’impresa.

La Start Up: Looqui

logo looquiLooqui è una Startup vincitrice del programma di accelerazione TIM WCAP di Milano ottenendo un finanziamento per le prime fasi e ricerche della Startup. Ho conosciuto personalmente Giuseppe e i co-fondatori di Looqui al Maker Faire di Roma, il loro progetto è stato quello che più mi ha colpito, non solo per l’innovazione tecnica, quanto per lo scopo che cerca di conseguire.

Il team sta sviluppando una tecnologia di trasmissione per chi è affetto dalla sordociecità, una grave disabilità che prevede la perdita dell’uso dei sensi dell’udito e della vista. Le persone sordocieche comunicano tramite un linguaggio dei gesti tattile, ovvero tramite il contatto fisico di mani e braccia.

Il sistema di trasmissione Looqui è composto da un braccio meccanico con componenti stampate in 3D che, grazie a sensori come Leap Motion, riescono a “catturare” il movimento e a trasmetterlo via internet ad un altra mano meccanica che riceverà i dati e riprodurrà i movimenti. La mano e il sensore funzionano sia da input che da output: la comunicazione sarà quindi regolata da invii e ricezioni unidirezionali. Ovviamente il progetto si trova in una prima fase e come tutte le tecnologie di comunicazione ha forti potenzialità di miglioramento. Prima di Looqui non esisteva nessun sistema di comunicazione a distanza, come può essere il telefono cellulare, per le persone affette da questa disabilità… Tanto di cappello per lo scopo nobile ed etico che la start up sta cercando di perseguire.

trasmissione looqui

È arrivato il momento di scoprire meglio la professione del CIO.
Ecco l’intervista a Giuseppe!

1. Ti stiamo intervistando per il tuo lavoro di CIO per Looqui. I nostri lettori però vogliono sapere chi è veramente Giuseppe Airò Farulla. Raccontaci qualcosa di te, quali sono le tue passioni e i tuoi interessi?

Sono nato 25 anni fa a Palermo, ma già da qualche anno vivo tra Torino e Milano. Sono sempre stato affascinato dal mondo dell’informatica, questa passione mi ha spinto ha conseguire una Laurea Magistrale in Ingegneria Informatica presso i due Politecnici di Torino e di Milano e mi ha fatto avvicinare al mondo della ricerca, mondo che ha finito per risucchiarmi al suo interno. Al momento, parallelamente all’impegno per Looqui, sono un dottorando presso il Politecnico di Torino: mi occupo di ricerca nel campo delle Tecnologie Assistive, ovvero di tutte quelle Tecnologie innovative o anche futuristiche che potranno, un domani non troppo remoto, aiutare le persone che soffrono e migliorare la loro vita quotidiana.

2. Ora che ti conosciamo un po’ meglio possiamo parlare della tua professione. Come hai iniziato il tuo percorso? C’è stato un evento in particolare che ti ha fatto “scattare la scintilla”?

All’interno del progetto di doppia Laurea presso i due Politecnici di Torino e di Milano sono venuto in contatto con 3 dei miei 4 attuali soci fondatori di Looqui. Insieme abbiamo cominciato a lavorare sodo per acquisire competenze specifiche nel campo della Computer Vision e della robotica che ci potessero permettere la realizzazione di sistemi per migliorare la vita quotidiana di persone che sperimentano difficoltà di ogni genere, derivanti da disabilità, malattie o anche infortuni e patologie temporanee. Abbiamo sempre cercato di “provarci davvero”, ovvero di far uscire le nostre competenze dal mondo universitario nel quale ci muovevamo, e ci siamo riusciti a Giugno del 2015 quando abbiamo vinto un percorso di accelerazione all’interno di TIM WCAP (presso la sede di Milano).  Abbiamo accettato la sfida e ci siamo costituiti in una società; per le capacità organizzative e di pianificazione strategica che mi sono state riconosciute mi è stato affidato il ruolo di CIO.

3. Quanto tempo dedichi al tuo lavoro e come concili il tempo libero con quello lavorativo?

Al momento il tempo libero sinceramente scarseggia, dato che già non è facile conciliare gli impegni provenienti da Looqui con quelli provenienti dal dottorato. Cerco comunque di unire l’utile al dilettevole, ad esempio scegliendo tra i corsi da seguire nell’ambito del percorso di dottorato quelli che mi forniscono delle abilità trasversali che posso poi rivendere all’interno di Looqui.

4. Ci puoi descrivere la tua giornata “tipo”?

La mia giornata “tipo” comincia generalmente presto: sono molto spesso io il primo ad arrivare in ufficio o all’Università. Dopo qualche minuto passato a sfogliare i giornali e le mail, e a ripassare gli impegni della giornata, comincio a portare avanti qualche attività nell’ambito del mio percorso di dottorato, principalmente dedicandomi allo sviluppo e al testing di software, alla didattica e alla scrittura di report e pubblicazioni. La seconda parte della giornata “tipo” è invece dedicata principalmente a Looqui. Mi aggiorno quotidianamente con i miei soci, e in particolare sotto la guida del CTO e con la sua collaborazione lavoro allo sviluppo di nuove soluzioni software per arricchire il nostro portafoglio o per rispondere a delle necessità degli utenti. Inoltre, in qualità di CIO, valuto i benefici che potremmo ottenere dalle soluzioni che scegliamo e implementiamo, faccio le dovute analisi dei rischi, elaboro le strategie e le comunico ai miei soci. Infine, soprattutto in preparazione a eventi e/o incontri con clienti, preparo delle strategie di comunicazione mirate e, qualora necessario, le tasferisco in delle slides ad-hoc.

5. Parlaci degli strumenti che secondo te sono indispensabile per un CIO. Tu in particolare, quali usi?

Io non mi separo mai dal mio Google Calendar, agenda senza la quale non riuscirei nemmeno a ricordare il giorno del mio compleanno, e dal mio Dropbox, archivio ben organizzato e strutturato che mi consente di tenere sempre sott’occhio tutti i miei file e di recuperarli con pochi click. Indispensabili anche Skype e le mail: in una realtà piccola ma dinamica come quella di Looqui è necessario essere sempre reattivi e raggiungibili. Infine, trovo spesso un valido aiuto nella suite di Microsoft Office.

6. Secondo te, quali sono le qualità che deve avere una persona che vuole intraprendere questa professione?

Sinceramente, dato che sto ancora imparando molto sul mio mestiere e in generale sulla qualifica di imprenditore, non credo di poter dare una risposta precisa in merito. Sicuramente, posso dire che aiuta molto essere determinati, avere la capacità di proporre e se serve imporre le proprie idee ma anche la flessibilità per far fronte a opportunità o problemi imprevisti.

7. Ti senti appagato dal tuo lavoro?

Decisamente sì. Comunque vada sono circondato da amici e abbiamo formato un gruppo che sta crescendo molto, seppur riesca a esprimere delle individualità forti. Inoltre abbiamo la concreta possibilità di entrare nella vita delle persone e di migliorarla; questo pensiero ripaga di tutti gli sforzi che stiamo facendo.

8. All’estero molti professionisti divulgano il loro reddito, ed esistono classifiche sugli stipendi dei top manager. Da noi il tema “soldi” è sempre stato visto come un tabù. Ci piacerebbe rompere questo tabù e parlare più concretamente delle possibilità economiche che offre questo lavoro. Non ti chiederò una cifra netta, ma sarebbe bello poterti collocare in uno di questi range di guadagno medio mensile: “0-1000” “1000-2000” “2000-3000” “oltre 3000”.

Capisco bene come in Italia questo sia un tema tabù. Io al momento non guadagno nulla dal mio lavoro in Looqui in quanto siamo una start-up neonata che non ha ancora cominciato a fatturare. Spero che ci risentiremo in futuro e che la mia risposta a questa domanda possa essere diversa!

La tua opinione

Spero che questo articolo, insieme alla favolosa intervista di Giuseppe, ti abbia chiarito le idee sul lavoro del CIO e di nuovo su cosa significa essere uno startupper.
Se hai qualche domanda ti invito a commentare qui sotto, io e Giuseppe saremo felici di chiarire i tuoi dubbi! Ti ricordo inoltre di visitare il sito web di Looqui per scoprire il loro progetto.

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