Dopo aver visto cosa sia la risoluzione di un display, andiamo a parlare della densità dei pixels che lo compongono. Questo dato è molto importante nel mondo dei dispositivi portatili, in quanto la distanza tra lo schermo e gli occhi dell’utente è minore, rendendo più facile il riconoscimento dei singoli pixel che lo compongono.
I meno giovani sicuramente ricordano bene i primi schermi a colori su cellulare, dove si potevano quasi contare i “puntini”. Andando avanti con gli anni, l’evoluzione tecnologica ha incrementato esponenzialmente la densità di pixels. In inglese, questo valore ha la sigla ppi o dpi, rispettivamente pixels per inch e dots (punti) per inch. Questo numero, come si può capire della dicitura anglosassone, indica la quantità di pixels che possono essere disposti su una linea lunga un pollice e, ovviamente, più questo valore è grande, migliore sarà la qualità degli schermo.
Attualmente, gli smartphone in commercio hanno schermi con ppi così elevati da non permettere di distinguere i singoli pixels. Teoricamente, questo risultato è stato raggiunto dalla Apple, quando, nel 2010, fece uscire l’iPhone 4 con il Retina display. Stiamo parlando di uno standard dell’azienda di Cupertino, che indica schermi con circa 300 ppi, che superano la risoluzione dell’occhio umano, cioè la capacità di distinguere due oggetti (in questo caso i pixels) vicini. Il numero di ppi è variabile perchè dipende dal dispositivo in questione. Come accennato prima, se dal divano non riusciamo a percepire i pixels del nostro televisore, se ci alziamo e ci poniamo a 10 cm da esso, ecco svelato l’arcano dei ppi. Infatti, i Retina display degli smartphone Apple avranno valori di dpi maggiori (326 per iPhone 4/4s/5/5s) di quelli dei tablet (264 per iPad di 3a e 4a generazione) o notebook, in quanto la distanza di lettura media per uno smartphone è minore.
Ovviamente, questo non è stato un punto di arrivo, infatti, continuano ad uscire device con densità ancora maggiori (vedi il Lumia 930 con 441 ppi), ma al momento dell’acquisto, questo può essere un buon punto di riferimento per capire la qualità di un display.
Siamo, quindi, arrivati al secondo parametro da tenere in considerazione per la scelta di un valido display. La prossima volta, vedremo la differenza tra le diverse tecnologie con cui sono costruiti i display e le sigle OLED ed LCD non saranno più un mistero.
OK molto bene grazie.