L’Italia, complice il Coronavirus e la pandemia, ha sofferto più di altri il periodo di quarantena da poco conclusosi. Anche e soprattutto da un punto di vista erariale: il primo trimestre del 2020 è stato come un macigno sulla già fragile ossatura dell’economia italiana (-2217 milioni di euro solo a marzo). Tuttavia il primo bimestre in particolare, precedente alla pandemia, ha lasciato qualche motivo in più per sorridere.
I dati
Secondo quanto reso noto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Erario ha incassato 98.8000 milioni, con un incremento di 1400 milioni di euro (+1,4%), rispetto ai primi tre mesi del 2019. Le entrate per la filiera dei giochi, particolarmente percossa per quel che riguarda il settore fisico, ammontano a 3268 milioni di euro: il calo è del -17,1% rispetto allo stesso trimestre del 2019. Il bilancio è amarissimo, se non fosse per il comparto del gioco online, trainato dai casinò online AAMS.
Proprio il gioco online ed i casinò hanno dovuto tenere botta nel corso del lockdown. Anche incentivando i giocatori e gli utenti. Gli operatori, per questo, hanno sfruttato i bonus casino messi a disposizione della clientela, tanto per tenere in moto la macchina, tanto per invogliare gli utenti a registrarsi sui propri portali. Il bonus senza deposito, in questo, ha prodotto indubbi vantaggi nel momento in cui si è registrata la prima e più importante “migrazione” dell’utenza italiana, dal gioco fisico al gioco online.
Tornando alla decrescita, questa è rimasta collegata ai provvedimenti del Governo, con i DPCM che hanno praticamente parcheggiato tutte le attività chiave del segmento terrestre, dalle slot machine alle VLT. I dati, nel dettaglio, raccontano di un autentico dramma a spiegazione del calo di cui sopra. Ad esempio Lotto, Lotterie ed altre attività di gioco hanno versato 1,8 miliardi all’Erario.
Di questi 1,34 miliardi rappresentano il contributo del PREU su Slot e VLT, 311 milioni sono la quota del Lotto, 73,1 provengono dalle tasse legate ad altre attività di gioco; 71.5 milioni di euro fanno parte della quota del 40% dell’imposta unica sui giochi di abilità e sui concorsi a pronostici. Inoltre, più di 15,1 milioni di euro sono per il Diritto fisso erariale sui concorsi pronostici, ed ancora 92 milioni di euro provengono dai canoni di concessione per la gestione della rete telematica sugli apparecchi da intrattenimento e sui giochi numerici a totalizzatore nazionale. Infine 148,4 milioni di euro provengono dalla ritenuta del 6% sulle vincite del gioco del Lott, 346 milioni dalle lotterie nazionali e 9,3 milioni dal versamento di somme da parte di concessionari di gioco.
Un secondo trimestre migliore?
Cosa aspettarsi dal secondo trimestre dell’anno? Sicuramente una ripresa, seppur lieve, dovuta al rilancio di settori chiave per l’economia e per il gioco. La partita si gioca anche sul fronte delle scommesse sportive, settore di gran lunga più colpito di tutti. Ora, con la ripresa del campionato, qualcosa potrebbe cominciare a muoversi, nonostante tutto. Proprio sulle scommesse c’è la maggior fiducia, sia perché riprenderebbe fiato un settore, sia perché si incrementerebbero le entrate per tutto il periodo estivo, sopperendo in parte alle perdite primaverili. Occorre comunque mantenere saldo l’ottimismo, quantomeno perché il gioco rappresenta una delle basi poggianti dell’economia italiana. E perché, in caso contrario, a rischiare sarebbe un settore virtuoso con oltre 140.000 dipendenti quotidianamente sul filo del rasoio.