La fatturazione elettronica al via, ma quanto sono digitali le imprese?

Ormai dovrebbe essere un fatto noto: dal 1 gennaio 2019 si estende ufficialmente a tutte le operazioni tra privati l’obbligo di utilizzare il sistema di fatturazione elettronica, che sarà sperimentato da luglio in alcuni ambiti specifici (per la precisione, dal primo luglio si comincia con i carburanti e i subappaltatori nell’ambito degli appalti pubblici). Ma quanto sono digitali le nostre imprese e, soprattutto, quanto sono preparate per questa rivoluzione?

Verso l’obbligo

La risposta alla seconda domanda sembra aprire scenari abbastanza ottimistici: innanzitutto, sul Web si stanno diffondendo vademecum informativi molto utili per presentare le novità in vigore dal prossimo anno, come il documento realizzato dai consulenti di Danea, che hanno prodotto una guida sulla fatturazione elettronica obbligatoria 2019 pubblicata sul blog della compagnia leader in Italia per i software gestionali. Più in generale, poi, si è creato un circolo virtuoso per aziende, professionisti e sistema Paese, che fa ben sperare sull’applicazione della tecnologia.

La eFattura per tutti

Questo spirito collaborativo, pur in presenza di criticità e di perplessità, è stato evidente anche all’ultimo Forum della Fatturazione Elettronica promosso dall’Agenzia delle Entrate, che ha messo insieme i diversi attori coinvolti da questo processo: non solo la stessa Agenzia delle Entrate, ma anche le istituzioni, le filiere, le rappresentanze delle diverse categorie, le singole aziende e soprattutto i liberi professionisti.

Spirito collaborativo

Come commentato dagli analisti, per una volta (caso raro, nel nostro Paese!) si è visto un “mondo” che ha fatto squadra e si è mosso sulla strada della collaborazione, animato dalla volontà di superare le divergenze per arrivare a compromessi pratici e instaurare un percorso positivo.

Le Partite Iva in Italia

In questo contesto si inserisce però la vera difficoltà, ovvero spingere al digitale le imprese e i liberi professionisti, che è la vera sfida del prossimo futuro: secondo le più recenti statistiche, delle oltre 5 milioni di Partite IVA registrate e concretamente attive in Italia, una quota di circa 3,2 milioni è composta dalle imprese individuali. Un altro grande bacino è quello delle micro imprese (quelle che cioè contano da 2 a 9 dipendenti), che sono 1,5 milioni, mentre le piccole e medie imprese (tra 10 e 249 dipendenti) sono 250 mila e infine le grandi imprese (da 250 addetti in su) sono solamente 4500.

Il rapporto con la tecnologia

La maturità tecnologica di questo mondo sembra essere ancora lontana dai livelli auspicabili, anche se manca una fotografia aggiornata dello stato di salute: il principale report in materia è stato realizzato nel 2016 dall’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2B del Politecnico di Milano, che però proprio in queste settimane ha avviato due indagini di mercato – una rivolta specificamente alle PMI, l’altra alle grandi imprese – per studiare la risposta delle aziende verso la nuova azione del legislatore e come queste si stiano muovendo per farsi trovare pronte all’obbligo di Fatturazione Elettronica tra privati.

Da luglio parte la sperimentazione

Nell’analisi del 2016 emergeva una diffusione ancora non pervasiva dell’utilizzo di digitali a supporto dei processi aziendali, con “solo” 120 mila aziende che impiegavano strumenti digitali a supporto delle relazioni con i partner commerciali grazie a strumenti di eSupply Chain Execution. Qualche altro passo in avanti è stato compiuto, anche per l’introduzione piena della fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione, ma è chiaro che il banco di prova vero inizierà a luglio.

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